Prestazioni aziende sanitarie in fascia serale? manca il personale

La delibera approvata dalla Giunta Regionale martedì scorso prevede che, dal prossimo primo maggio, tutte le aziende sanitarie pubbliche (Asst/Irccs) della Lombardia dovranno garantire prestazioni anche nelle fasce serali, dalle 20 alle 24, dal lunedì al venerdì, nei pomeriggi dei giorni prefestivi e nei giorni festivi. Secondo Monica Lippa, responsabile operativa e portavoce di Azione Lombardia, “questa decisione non farà altro che creare ulteriore scontento presso l’utenza, per la semplice ragione che manca il personale sanitario. All’Ospedale Civile di Brescia, per esempio, radiologi tecnici e infermieri sono già reperibili o in guardia attiva dalle ore 19/20 alle ore 7/8, tutti i giorni, per gestire le urgenze di pronto soccorso o dei pazienti già ricoverati. Le risorse di personale sono talmente ridotte”, prosegue Monica Lippa, “che chi è chiamato in ospedale perché reperibile lavora tutta la notte fino all’inizio della mattinata e, poi, è comunque chiamato a ricominciare il turno di lavoro dalle ore 12/13 del giorno dopo. Inoltre, molti di loro lavorano due o anche tre fine settimana al mese sacrificando il tempo che dovrebbero dedicare alle proprie famiglie o a sé stessi”. Alla domanda circa che cosa sia possibile fare per gestire meglio l’affluenza dell’utenza, Lippa risponde: “anzitutto, visto che il personale non si crea per magia dall’oggi al domani, è necessario reperirlo dall’estero, anche extra UE, il che significa riaprire i canali della migrazione economica. Inoltre, è necessario condividere le agende di prenotazione del settore pubblico e del settore privato al 100%. Infine, bisogna riorganizzare il servizio di medicina generale aggregando i medici in turni 7 giorni su 7 h24 e dotandoli di strumenti di piccola diagnostica affinché, per quanto possibile, costituiscano un primo filtro dell’affluenza verso gli ospedali. Altrimenti si corre il rischio che i cittadini, sentendosi presi in giro, addossino l’inefficienza che persisterà nonostante questa delibera proprio a coloro che a tutt’oggi si fanno in quattro per la collettività, cioè al personale ospedaliero”.

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