Etichettatura salumi, assessore Rolfi: vittoria dei consumatori, ora patto di filiera

“Via libera al decreto che prevede l’etichetta con l’indicazione di provenienza sui salumi. Un importante risultato frutto di un lavoro congiunto sostenuto dalla Regione Lombardia. Siamo la prima regione suinicola d’Italia, con 4,5 milioni di capi rappresentiamo il 53% del totale nazionale”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi in merito al decreto interministeriale siglato questa mattina relativo all’etichettatura di origine dei salumi.

COSA PREVEDE IL DECRETO – Il decreto prevede che i produttori indichino in maniera chiara sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali)”; “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali)”; “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali)”. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine puo’ apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”.

RIDARE VALORE ALLA MATERIA PRIMA – “Una vittoria per i consumatori che sempre piu’ chiedono carne certificata made in Italy e che hanno diritto a conoscere l’origine di cio’ che mangiano – ha rilevato Rolfi -. Ora bisogna dare rapida attuazione al decreto e lavorare per creare una vera filiera suinicola italiana tramite un accordo di filiera serio che porti a una visione condivisa e a una equa ripartizione del valore tra allevatori e trasformazione industriale. La mancanza di questo accordo e’ fonte di disguidi e di contrapposizioni che tolgono valore ai prodotti. I fenomeni speculativi di questo periodo ne sono una prova”.

CONSORZI DA RIORMARE – “Altro obiettivo – ha aggiunto Rolfi – e’ quello relativo alla riforma dei consorzi. Non e’ possibile che si programmino le produzioni e le strategie commerciali senza coinvolgere minimamente gli allevatori, che devono invece essere protagonisti nella gestione, come avviene per esempio nel comparto lattiero caseario. La condivisione della produzione deve essere un valore anche per una sostenibilita’ economica di tutto il settore”.

I dati dei suini allevati in Lombardia per provincia:

Bergamo 297.011; Brescia 1.356.038; Como 2.148; Cremona 969.149; Lecco 4.269; Lodi 356.688; Mantova 1.190.459; Milano 77.929; Monza e Brianza 3.504; Pavia 233.078; Sondrio 1.834; Varese 1.018.

Totale Lombardia 4.493.125 (52,9% del totale nazionale).

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