Sedazione palliativa e sofferenze dei malati inguaribili: un chiarimento
La legge italiana a partire dal 2010 ha introdotto il diritto all’assistenza domiciliare e alle cure palliative, sancendo il diritto del malato alla prevenzione e al sollievo della sofferenza attraverso la terapia del dolore. Questo sviluppo normativo lo si deve alla volontà del nostro Governo di rendere accessibile le giuste cure e la giusta continuità assistenziale anche ai malati inguaribili e a chi non è in grado di recarsi presso le strutture medico-sanitarie. È in questo ambito che vorremmo chiarire che cos’è la sedazione palliativa e come funziona. In primo luogo le cure palliative sono l’insieme di trattamenti medici e sanitari orientati ad accompagnare un malato verso il fine vita. Queste cure non sono mirate a “guarire” il paziente dato che le malattie irreversibili sono, per l’appunto, inguaribili. Le cure palliative servono a garantire la dignità del paziente e a sostenere il suo benessere psichico e fisico assieme a quello di chi lo assiste come cari e familiari.
Cosa sono le cure palliative e perché diventano necessarie
Le cure palliative includono anche la cosiddetta sedazione palliativa profonda. Si tratta di un atto medico, un trattamento che serve ad alleviare le sofferenze fisiche e psiche di chi è affetto da malattie inguaribili. La sedazione palliativa viene messa in atto quando il paziente è affetto da una patologia irreversibile per la quale i farmaci o le terapie si dimostrano inefficaci. Solitamente viene proposta dal medico curante o anche dal malato stesso e deve essere accettata con un consenso informato. La sedazione palliativa consiste nella intenzionale riduzione della coscienza del paziente fino al suo possibile annullamento, al fine di alleviare i sintomi refrattari fisici e/o psichici. Per il comitato nazionale di bioetica questo intervento è identificato come una procedura di sedazione palliativa profonda e continua che richiede particolari requisiti e condizioni di svolgimento.
Che differenza c’è tra sedazione palliativa ed eutanasia?
La sedazione palliativa non deve assolutamente essere confusa con l’eutanasia perché non sono affatto la stessa cosa. L’eutanasia, infatti, è un atto finalizzato a provocare la morte del paziente, mentre la sedazione palliativa è orientata ad alleviare o eliminare la sofferenza attraverso il controllo dei sintomi refrattari. Le differenze riguardano anche il tipo di farmaci utilizzati che sono diversi e comportano esiti differenti. La sedazione consiste nella somministrazione di farmaci che inducono all’abolizione della coscienza. L’eutanasia, invece, fa raggiungere la morte immediatamente e può riguardare anche malati che si trovano a convivere con patologie inguaribili come particolari condizioni di disabilità.
Cosa dice la legge in merito?
La sedazione profonda palliativa è accettata in Italia sia dai comitati etici cattolici che dalla legge. A tale proposito la questione è determinata dalla legge del 22 dicembre 2017 n.219 contenente Norme in materia di consenso informato e di Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). Nel 2014 il codice deontologico dei medici ha definito la sedazione palliativa come un’attività permessa nel rispetto dei precetti deontologici e della dignità del paziente che verrà accompagnato al fine vita.
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