Legambiente sulla proposta di un campo fotovoltaico in zona Caffaro

Apprendiamo dai quotidiani locali del sostegno dell’assessore regionale all’agricoltura Rolfi e del sindaco Del Bono alla proposta di realizzare un campo fotovoltaico nei terreni inquinati dal PCB a sud della Caffaro.

Come circolo di Brescia, negli anni abbiamo più volte ribadito all’Amministrazione la necessità di investire con decisione su fonti rinnovabili ed efficientamento energetico degli edifici. Tuttavia, riguardo alla proposta del campo fotovoltaico in zona Caffaro, dobbiamo ricordare che ormai ovunque si sta abbandonando la pratica di coprire i terreni con impianti di questo tipo: è sotto gli occhi di tutti il danno al paesaggio prodotto dal proliferare dei campi fotovoltaici a terra, tanto che le Soprintendenze hanno ormai decretato la definitiva cancellazione di tale operazione. Per analoghi motivi gli ultimi conti energia davano incentivi nettamente inferiori agli impianti a terra.

Aumentiamo gli impianti fotovoltaici, ma facciamolo senza consumo di suolo. Anche nella nostra città ci sono ettari di capannoni che potrebbero essere utilizzati per installare impianti fotovoltaici lasciando “respirare” la terra ed evitando di aggiungere bruttura a bruttura.

Ricordiamo inoltre come sia fuorviante collegare lo spegnimento di linee del termoutilizzatore al soddisfacimento dei fabbisogni cittadini di energia elettrica: il TU produce ben poca energia elettrica e in un contesto urbano con forte presenza di industrie energivore l’autosufficienza elettrica è di fatto impossibile.

La gravità della situazione Caffaro (e quella ambientale bresciana in generale) richiede soluzioni nuove e coraggiose, mentre in questo caso l’installazione di un campo fotovoltaico non risponderebbe alla necessità di mettere in sicurezza e bonificare il terreno sottostante. Sarebbe come nascondere lo sporco sotto il tappeto! Senza contare che l’eventuale beneficio economico sarebbe privato, mentre l’ulteriore impatto ambientale graverebbe sulla collettività.

C’è invece un progetto già in corso e da portare avanti con ulteriori investimenti: l’ERSAF sta sperimentando da anni il recupero del terreno contaminato dell’area Caffaro con la messa a dimora di specie in grado di ridurre progressivamente la presenza di PCB nel terreno. Proseguiamo su questa via: l’assessore regionale Rolfi e il sindaco Del Bono uniscano le forze per sostenere la realizzazione di un vasto bosco urbano nella zona Caffaro!

Legambiente ha recentemente avviato una campagna per sensibilizzare la cittadinanza e l’Amministrazione e spingerla ad adottare una serie di misure che contribuiscano localmente al miglioramento della qualità dell’aria gravemente malata della città: una di queste proposte riguarda proprio la riforestazione urbana per creare nuovi polmoni verdi che contribuiscano “naturalmente” al miglioramento della qualità dell’aria e alla compensazione delle emissioni di CO2 della città. Un grande bosco nella zona Caffaro sarebbe un segnale importante e un passo avanti concreto in questo senso.

Invitiamo quindi tutti gli attori coinvolti ad affrontare con concretezza il problema, senza cercare scorciatoie inutili se non ulteriormente dannose.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.