Legambiente, comunicato stampa. Treno ad idrogeno? Vogliamo dire la verità

Il mistero attorno al treno ad idrogeno si infittisce. In una recente presa di posizione l’Assessore regionale ai trasporti*, Franco Lucente, ha difeso la scelta di dotare la linea Brescia-Iseo-Edolo di 14 treni ad idrogeno con produzione di idrogeno a Brescia ed Edolo con elettrolizzatori (vale a dire estraendo l’idrogeno dall’acqua) e ad Iseo con un
impianto di estrazione dell’idrogeno dal bio (?) metano.

Nell’intervento l’Assessore ha affermato che quella dei treni ad idrogeno è una scelta obbligata perché i treni elettrici a batteria tampone (per i 4 km in galleria su 103 km della linea) non potevano essere adottati perché non sarebbero passati dalle gallerie. Siamo certi che l’Assessore e Trenord sono più esperti di noi sull’argomento visto la recente esperienza accumulata sulla linea per Chiasso (no comment).

Non conosciamo l’altezza delle gallerie lungo la linea da Brescia a Edolo, ma sappiamo che i treni a batteria in commercio hanno altezza esattamente uguale a tutti i treni attualmente in produzione sia diesel che elettrici (435 cm). [riferimento: treni Siemens Mireo plus B e Stadler Flirt AKKU]

In ogni caso, dovendo effettuare un appalto, sarebbe stato particolarmente semplice per la stazione appaltante indicare l’altezza desiderata per i nuovi convogli (quelli attualmente in servizio sono di circa 21 cm più bassi rispetto a quelli normalmente in circolazione).

Per quanto riguarda la produzione dell’idrogeno, sappiamo che affinché sia finanziabile con i fondi PNRR, deve trattarsi di “idrogeno verde” vale a dire prodotto con elettrolisi dell’acqua e con l’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili (FER). Le norme UE indicano, giustamente, che l’energia elettrica per l’alimentazione degli elettrolizzatori deve provenire da impianti FER aventi le seguenti caratteristiche: addizionalità, contemporaneità, correlazione spaziale.

Che tradotto vuol dire:
• devono essere aggiuntive rispetto alle esistenti
• ci deve essere contemporaneità fra la produzione di energia elettrica e la produzione di idrogeno
• devono essere collocate (FER ed elettrolizzatori) nello stesso ambito geografico

Da indiscrezioni di stampa si farebbe largo l’ipotesi dell’utilizzo di energia elettrica prodotta dal termoutilizzatore a2a. Sarebbe tutta da dimostrare la rinnovabilità dell’energia elettrica prodotta dal TU. A2a sostiene che sia circa il 50% della produzione, coincidente con la percentuale di materia biogenica in ingresso, peccato che tale percentuale non ci risulti in alcun modo certificata (almeno fino ad oggi visto che il dato non compare fra i dati dell’Osservatorio sul TU).

In ogni caso non si può certo parlare di energia addizionale rispetto all’esistente.

Vero è che anche a livello europeo ci sono deroghe alla tempistica sull’applicazione dei principi di cui sopra per gli elettrolizzatori avviati entro il 2028, ma quella che pomposamente viene chiamata Hidrogen Valley che figura ci fa se la produzione dell’idrogeno avviene con l’utilizzo di energia elettrica prodotta dell’inceneritore che peraltro attualmente è già utilizzata dalla rete?

Veniamo infine all’impianto di produzione d’idrogeno di Brescia presso la stazione di Borgo San Giovanni.
Ciò che è noto è che l’appalto è già stato effettuato da Ferrovienord. In Comune continuano ad affermare di non saperne niente…eppure….l’area individuata è quella a
nord della stazione e coincidente con l’ex Ideal Standard.

Al momento non si sa se l’area sia disponibile ed acquisita da Ferrovienord, se sia stata già avviata una pratica urbanistica per un insediamento di questo tipo la cui realizzazione rientra fra gli impianti normati dai Vigili del Fuoco ed è decisamente fra i pericolosi se si pensa all’elevato rischio di esplosività dell’idrogeno, anche per piccole fughe, soprattutto nelle fasi di travaso fra carri bombolai e serbatoi e fra serbatoi e treni.

L’area interessata seppur industriale dismessa (a proposito nei tempi e nei costi di realizzazione dell’impianto sono stati considerati quelli di caratterizzazione dell’area e di bonifica ?) è nelle vicinanze di zone residenziali Chiediamo che venga fatta piena luce su questo intervento e che la cittadinanza sia messa a conoscenza dei potenziali pericoli e delle misure di sicurezza che si intende adottare.
Verrebbe da dire: chi sa parli ! La città ha il diritto di sapere!

Nel frattempo la linea Brescia-Iseo-(forse) Edolo è ancora interrotta e nell’insieme risulta proprio malmessa. Negli ultimi anni sono molto di più i giorni in cui è stata interrotta che quelli in cui ha funzionato. Nella nuovissima stazione del Violino non solo non si ferma un treno ogni quarto d’ora, come era nelle previsioni, ma non si fermano nemmeno tutti treni di passaggio fra Brescia ed Iseo… soldi buttati ? speriamo di no ! speriamo che Regione Lombardia si decida a rendere utile il servizio.

In conclusione: Davvero si vogliono far correre dei treni pieni d’idrogeno su una ferrovia del terzo mondo ?
I nostri dubbi sull’opportunità del progetto H2iseO restano tutti, anzi…aumentano !

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