Carmine, al via la sperimentazione per trovare un modello di gestione sostenibile e condiviso
La sindaca Laura Castelletti, l’assessore alle Attività produttive Andrea Poli e l’assessore alla Sicurezza Valter Muchetti hanno presentato la delibera, approvata ieri in Giunta, che dà il via alla sperimentazione per creare un modello di gestione, prevenzione e contrasto dei comportamenti impropri legati alla movida. Una problematica comune a molte medie e grandi città di tutta Italia.
La sperimentazione, che arriva dopo una serie di ordinanze, nasce dalla volontà di collaborare proattivamente con gli esercenti, i residenti e gli avventori del quartiere per partecipare attivamente al progetto per la prevenzione e il contrasto degli episodi di disturbo della quiete notturna. Per fare questo, gli esercenti del quartiere saranno chiamati a sottoscrivere un accordo di collaborazione al fine di attivare sinergie virtuose per la messa in campo di azioni innovative per la qualità del divertimento notturno, con l’obiettivo di promuoverne un modello sano e rispettoso della città e dei suoi abitanti, per garantire ai residenti e ai fruitori contesti più sicuri, responsabili ed eco-sostenibili, limitando nel contempo i grandi assembramenti e il rumore all’aperto.
Verrà inoltre costruita una mappatura sociale degli avventori, dei residenti e dei commercianti del quartiere Carmine per raccogliere quanti più dati possibile che aiuteranno la lettura e la comprensione del fenomeno.
Nelle vie di accesso al quartiere, infine, saranno creati dei varchi di accoglienza dove appositi steward e operatori sociali avranno il compito di facilitare l’accesso al quartiere monitorando i flussi, prevenendo e dissuadendo eventuali comportamenti inappropriati.
La sperimentazione ha il primario compito di effettuare il monitoraggio delle attività previste e la valutazione dei risultati conseguiti, per giungere alla redazione di un “Piano di gestione della Notte”, finalizzato allo sviluppo coerente e conciliato con le necessità sociali del territorio.
Per questo motivo la collaborazione con chi abita, vive e lavora nel quartiere è necessaria, in modo che si possa giungere alla creazione di una soluzione efficace e condivisa in grado di tutelare i residenti, sostenere gli operatori economici, evitare comportamenti incivili e consentire ai bresciani di continuare a frequentare e far vivere il quartiere anche nelle ore serali.
Se la sperimentazione darà esito positivo, potrà essere applicata ad altri quartieri della città.