Popolazione italiana dimezzata nel 2100

Tra 79 anni saremo nell’ anno 2100. E stando a vedere non è poi un futuro così lontano. Per questo dobbiamo preoccuparci per le previsioni di “The Lancet” , la rivista di medicina più autorevole a livello internazionale.

Infatti, in un documento pubblicato nell’estate 2020, firmato da 23 autori di ben quattro continenti, si descrivono gli scenari demografici dal 2017 al 2100 per 195 Paesi. Più che una scarsità di beni e risorse è una scarsità di bambini il grande rischio che vive l’ umanità in un futuro prossimo. Nel 2100 vivremo un aumento di solo un miliardo. In Italia la previsione indica che gli attuali 6 milioni si ridurranno del 50% , gli italiani saranno solo 30 milioni, un calo abbastanza drastico.

Entriamo però più nello specifico per la nostra provincia, quella di Brescia. C’è un calo di iscritti alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie per l’ anno scolastico 2021/2022: 4mila iscritti in meno rispetto allo scorso anno.

Sempre secondo queste previsioni, nel 2100 ci saranno tanti anziani e pochi giovani. 2,4 miliardi sarano infatti gli over 65. Mentre gli under 20 saranno 1,7 miliardi. Nell’ insieme parliamo di 4,1 miliardi, quasi la metà della popolazione totale. Questo significa che ogni persona, in età produttiva, oltre a se stessa dovrà mantenere anche un’ altra persona.

Una delle conseguenze infatti sarà il progressivo invecchiamento della popolazione, e gli autori affermano ” mette in luce le enormi sfide poste da una forza lavoro in calo, dall’ elevato carico per i sistemi sanitari e di sostegno sociale a causa di un popolazione che invecchia”. “Queste previsioni” , continuano gli esperti “suggeriscono buone notizie per l’ ambiente, meno stress sui sistemi di produzione alimentare e minori emissioni di carbonio.

Per cercare di invertire questa tendenza, molti auspicano bisognerebbe prendere in mano la situazione, provare a riorientarla e governarla in base all’ esigenza di ciascun paese.

A livello Italiano invece nel giugno 2020 è stata approvata la “Family Act” una nuova riforma delle politiche della famiglia, con un disegno organico di misure pensate per le famiglie con figli. L’ Assegno Unico è la misura economica a sostegno delle famiglie con figli a carico. Operativa a partire dal 1° marzo 2022 e varrà dal settimo mese della gravidanza fino al ventunesimo anno di età di ogni figlio fisicamente a carico. Il governo infatti, con l’ introduzione di questo assegno intende favorire la natalità, sostenere la genitorialità e promuovere l’ occupazione, in particolare di quella femminile. La natalità inoltre deve essere sostenuta da istituzioni, aziende, banche, media, mondo della cultura, mondo dello spettacolo e società civile: un figlio non è solo un “affare di famiglia”, un fatto privato, ma un investimento per il bene comune.

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