Regione Lombardia: in aula le norme a favore del bracconaggio
Il 18 maggio 2021, dalle 9 alle 12, le Associazioni ambientaliste manifesteranno davanti al Pirellone: i Consiglieri Regionali che continuano ad approvare norme illegittime devono pagare di tasca propria per il danno arrecato.
Con il PDL di Revisione Ordinamentale in votazione il 18 maggio 2021 si scriverà una nuova pagina deplorevole con la votazione di modifiche alla Legge 26/93 palesemente illegittime. Nessuna iniziativa per aumentare il regime di tutela di una fauna selvatica stremata, ma solo proposte che cercano di svilire le già deboli norme in materia venatoria.
I Consiglieri saranno chiamati ad esprimersi sulla norma che prevede di impedire i controlli della lecita detenzione dei richiami vivi per la caccia. Il commercio di uccelli catturati illegalmente vede coinvolte vere e proprie bande criminali: le indagini condotte negli ultimi anni dai Carabinieri Forestali hanno portato all’arresto di decine di persone. Il traffico, collegato anche a soggetti che con ramificazioni in Francia,
Polonia, Romania operano all’estero, ha una stima di introiti illeciti di decine di milioni di euro. È veramente sconfortante assistere al tentativo di una minoranza dei Consiglieri di Regione Lombardia di coinvolgere l’intero Consiglio Regionale utilizzando il tema del “benessere animale” per giustificare l’approvazione di norme assurde. E’ prevista anche la votazione per la modifica dell’articolo che prevede l’annotazione degli animali subito dopo che sono stati abbattuti, modifica che è già stata oggetto della censura della Corte Costituzionale nel 2019. Su questo tema le scriventi Associazioni, oltre a chiedere nuovamente che la norma venga impugnata dal Governo, si rivolgeranno alla Corte dei Conti per chiedere che i Consiglieri che voteranno la modifica debbano rispondere del danno patrimoniale arrecato.
Le Associazioni stanno predisponendo un dettagliato dossier per la Commissione Europea per evidenziare come alcune delle modifiche alla Legge regionale vengono meno agli impegni presi dall’Italia per il rispetto delle Direttive: l’impedimento al controllo dei richiami vivi è un chiarissimo regalo al bracconaggio, così come l’abolizione della Banca dati dei richiami anch’essa in votazione il 18 maggio.
Altro tema è la chiusura della caccia sui valichi montani: la Regione ancora una volta non ottempera a quanto ordinato dal TAR e finge di individuare i valichi (tutti già chiusi alla caccia perché all’interno di aree di tutela), dimenticando valichi importantissimi e vitali per gli uccelli migratori (il Colle San Zeno, come esempio emblematico). Un presidio delle Associazioni ambientaliste di terrà il 18 maggio, dalle 9 alle 12, in concomitanza con le votazioni per urlare la richiesta di fermare norme illegittime a favore di un risibile minoranza dei lombardi.