L’ex immobile della criminalità diventa sede della «Rete di Daphne»

Era un immobile di proprietà della criminalità: ora – dopo la confisca da parte delle Stato e il trasferimento al Comune – diventerà la sede di Rete di Daphne, realtà al fianco delle donne vittime di violenza. È quanto ha stabilito nei giorni scorsi la Giunta comunale del Sindaco Massimo Vizzardi, che ha anche deciso che l’immobile verrà concesso a questa meritoria associazione in comodato gratuito.

Infatti, è dello scorso 21 dicembre 2020 la decisione del Consiglio Direttivo dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità di trasferire al Comune di Chiari l’immobile di via Valmadrera 10; una scelta dettata dal principio ispiratore sulla destinazione dei beni confiscati, secondo il quale: «La restituzione alle collettività territoriali (…) delle risorse economiche acquisite illecitamente dalle organizzazioni criminali rappresenta (…) uno strumento fondamentale per contrastarne l’attività (…) a favore di un più ampio e diffuso consenso dell’opinione pubblica all’intervento repressivo dello Stato».

Un indirizzo che sposa perfettamente quanto deciso a suo tempo a Chiari, quando (novembre 2019) il Consiglio Comunale riunito in seduta straordinaria aveva deliberato che l’utilizzo di tale avrebbe dovuto avere «finalità sociali, con particolare attenzione a soggetti deboli della società civile». Ora questo indirizzo può diventare realtà.

Così, l’associazione Rete di Daphne – che ufficialmente ha sede a Iseo, ma di fatto opera anche sul territorio di Chiari dal 2014 attraverso lo Sportello Antiviolenza, che offre accoglienza, sostegno, supporto psicologico e assistenza legale a donne vittime della violenza di genere – potrà avere un luogo per implementare il proprio operato di sensibilizzazione e attiva messa in sicurezza di tutte quelle donne che ogni giorno subiscono violenze di ogni tipo.

«Credo che un’azione di questo tipo debba essere letta con una duplice interpretazione – ha dichiarato il sindaco Massimo Vizzardi -. Da un lato le operazioni di rivalorizzazione dei beni confiscati alla mafia sono un dovere civico e morale di un’Amministrazione, dall’altro decidere di darlo in comodato gratuito ad una delle associazioni che da anni lavora e combatte a fianco delle donne vittime di violenza è il proseguo di una politica a sostegno delle realtà associative del territorio per dimostrare la nostra gratitudine e il nostro apprezzamento rispetto al grande lavoro che svolgono a titolo volontario tutti i giorni».

«Sono soddisfatta del risultato e ringrazio tutti coloro che si sono prodigati perché si arrivasse a ciò – ha commentato l’assessore ai Servizi Sociale, Vittoria Foglia -. L’associazione Rete di Daphne avrà ora una propria sede a Chiari che sarà non solo un centro di ascolto per tutte le donne vittime di violenza, offrendo loro accoglienza, assistenza psicologica e legale, ma anche punto di riferimento per la realizzazione e promozione di progetti atti a sensibilizzare il territorio, la comunità e soprattutto le giovani generazioni sul tema della violenza di genere».

 

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