Si riattiva anche a Brescia il gruppo “Priorità alla scuola”

Anche a Brescia e provincia si sta rapidamente ricompattando il Movimento Priorità alla scuola, con l’obiettivo di rientrare a scuola in sicurezza il più presto possibile in modo da non perdere un altro anno scolastico e di fatto negare ai bambini e ai ragazzi un diritto fondamentale: quello all’istruzione.

Un movimento trasversale, cui partecipano tutte le componenti che ruotano attorno alla scuola: genitori, insegnanti, educatori, studenti e che si propongono di dare battaglia nelle prossime settimane, come si sta facendo in tutta Italia.

A Brescia le scuole di ogni ordine e grado sono state chiuse dalla sera alla mattina, e sono chiuse già da più di tre settimane, mettendo in ginocchio centinaia di famiglie, di bambini e di ragazzi costretti a fare ricorso alla DAD.

Il malessere è palpabile: “Così non va bene, non va bene per niente – commentano i genitori del comitato – a Brescia il tasso di positività dei contagi di asili nido, scuole materne e scuole elementari sull’intera popolazione scolastica sia solo del 2.16%, percentuale nettamente inferiore a quello della popolazione generale.  Le scuole sono state chiuse dalla Regione prima delle attività produttive, senza che questo abbia influenzato positivamente l’andamento dei contagi.

Le scuole devono essere le prime a riaprire, a Brescia innanzitutto perché qui abbiamo perso un mese in più! I bambini e i ragazzi, tra i più ligi nel rispetto delle disposizioni antiCovid, sono stremati psicologicamente e fisicamente quando dovrebbero essere i primi a essere tutelati. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo! Un periodo di chiusura prolungato rischia di azzerare l’immane sforzo di reintegrazione fatto da settembre in poi, per non parlare degli effetti sugli alunni stranieri o su quelli più fragili, già in difficoltà a causa del contesto sociale e famigliare”.

Le adesioni crescono di momento in momento e i partecipanti promettono battaglia.

 

Ecco il testo della lettera:

 

“Gentile Sindaco

con la presente siamo a chiederLe di esprimersi pubblicamente, nella sua veste istituzionale, a difesa dell’apertura delle scuole della provincia di Brescia. 

È quanto hanno fatto negli ultimi giorni sindaci e assessori di altri comuni italiani, rivolgendosi anche al governo nazionale. 

La chiusura delle scuole non dovrebbe essere presa in considerazione in zona arancione, e andrebbe scongiurata anche in zona rossa, a tutela dei diritti dei e delle minori e di quello all’istruzione in particolare. La chiusura delle scuole non è ammissibile mentre molte attività restano aperte, È da ottobre che studenti e studentesse delle scuole superiori seguono forme di “didattica mista”, eufemismo per dire che la didattica in presenza è decurtata del 50% o più. 

Le adolescenti e gli adolescenti si chiedono se mai riprenderanno ad avere una scuola che funziona per accoglierli. 

I genitori e le genitrici si chiedono cosa resterà della credibilità della scuola al termine degli anni scolastici in pandemia. Insegnanti e dirigenti scolastici vedono i loro sforzi per mantenere la didattica in presenza rimessi di continuo in discussione e frustrati. 

La sospensione della didattica in presenza per i servizi educativi e dei cicli inferiori (nidi, infanzia, primaria, secondaria inferiore) è una misura che calpesta le vite dei più piccoli e delle più piccole e dei loro familiari. 

Siamo a dodici mesi dalla prima chiusura delle scuole nel 2020, e ormai conosciamo bene i danni che questa situazione ha provocato. 

Le e gli adolescenti hanno già subito abbastanza, non devono ricevere il colpo di un’altra chiusura, i danni in termini psicofisici e formativi stanno diventando irreparabili. 

Le più piccole e i più piccoli sono ancora meno in grado di gestire la didattica a distanza sia da un punto di vista organizzativo sia sul piano emotivo. 

Tutto ciò ha un impatto enorme sulle famiglie: tutte condividono le stesse difficoltà, ma sappiamo che sono quelle più fragili – sul piano sociale, economico, culturale – a pagare di più.

Le conseguenze della chiusura di ogni ordine e grado di scuola, di nuovo, si riverseranno sulle famiglie, già vessate psicologicamente ed economicamente, costringendo soprattutto le donne a ulteriori sacrifici. Alcuni faranno ricorso ai nonni, proprio quella categoria considerata fragile e a rischio, ma su cui moltissime famiglie si appoggiano non avendo altra scelta, per carenza di servizi pubblici.

L’esperienza di dodici mesi ci ha indicato che la chiusura delle scuole ha un impatto violento sull’intero tessuto sociale, e mette a repentaglio la salute intesa così come l’OMS la definisce sin dagli anni Cinquanta: “uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia”.

Si aggiunga che la Regione ha messo in ginocchio genitori e genitrici firmando un’ordinanza di completa chiusura scuole dall’oggi al domani. 

Le chiediamo anche un intervento con Regione per velocizzare la messa in sicurezza del

personale scolastico sul piano vaccinale. 

La scuola è un pilastro della vita sociale: non va chiusa; non sia di nuovo la prima a chiudere; caso mai sia l’ultima, nel malaugurato caso di un lockdown totale.

 

Certi della Sua attenzione nei confronti della Comunità che rappresenta e amministra,

Le porgiamo i nostri saluti più cordiali.

 

Priorità alla Scuola Brescia”

 

Flash mob/iniziative locali su tutto il territorio: Si va dal Ballo della DAD, ballato al presidio di cultura partecipata sabato in Piazza Paolo VI, agli zaini appesi ai cancelli, ai cartelli appesi fuori da casa che hanno sostituito l’andrà tutto bene con scritto QUESTA CASA NON è UNA SCUOLA.

 

Partecipazione alla manifestazione nazionale del 26 marzo: Priorità alla scuola ha indetto in tutta Italia una manifestazione nazionale. Anche la sezione di Brescia si sta organizzando per partecipare.

 

Per chi fosse interessato a partecipare o volesse approfondire il primo incontro è in programma giovedì 18/03 su zoom ore 20.30.

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