Nuovo depuratore del Garda: prima si studia poi si progetta ma per il presidente di acque bresciane vale anche il contrario

Il consigliere regionale del M5S, Dino Alberti, è sconcertato da quanto detto dal Presidente di Acque Bresciane Gianluca Delbarba: «In una nota dell’utility è riuscito ad affermare che lo studio di monitoraggio delle reti fognarie non “aggiunge elementi al tema di localizzazione del depuratore”. Ma Delbarba sa che sono le reti fognarie a portare i reflui al depuratore e non il contrario? Ma soprattutto, come è possibile oggi decidere dove localizzare i depuratori definendone taglia e tecnologia se non si conoscono le portate delle tubazioni delle reti fognarie? Del Barba liquida l’argomento con un secco quanto banale riferimento alla stima del nuovo bacino d’utenza pari a 500.000 abitanti equivalenti. E, proseguendo con le sue considerazioni, siccome l’attuale impianto di Peschiera tratta al massimo 330.000 abitanti equivalenti, secondo lui questo basterebbe per sostenere la realizzazione di qualunque impianto di depurazione indipendentemente dalla sua localizzazione, basta che rispetti la capacità fissata a priori senza studiare e conoscere la situazione reale. E’ un ragionamento che non condivido minimamente sia da politico che da ingegnere quale sono».

«Per capire bene la realtà delle cose, basterebbe vedere cosa tratta oggi il depuratore di Peschiera. Ad esempio, quando piove riceve acque nere diluite in quanto le acque bianche, ossia la pioggia, e quelle nere non essendo correttamente separate finiscono insieme in fognatura. Una parte importante di queste acque miste finisce direttamente nel lago attraverso gli scolmatori quando la pioggia è incessante o in caso di malfunzionamenti lungo le condotte. Il restante finisce al depuratore. La conseguenza è che il sistema lavora sempre al 100% perché non cambiano le portate con la depurazione che risulta essere inevitabilmente non efficiente perché l’impianto non è tarato per processare “acqua sporca diluita” ma fogna! Per evitare questi problemi si deve intervenire non solo con una reale e puntuale manutenzione delle reti ma agendo soprattutto a monte separando quanto più possibile le acque bianche da quelle nere».

«Per salvare il Lago di Garda – prosegue Alberti –, non serve sostituire la tubazione posata sul fondale che collega il tratto del collettore bresciano a quello veronese ma serve intervenire sugli scarichi abusivi e ancora una volta sulla manutenzione, quella vera, dell’intero sistema sostituendo e migliorando i tratti inefficienti».

«Tutte queste proposte noi del M5S attento al territorio bresciano, le abbiamo più volte segnalate a chi di dovere. Ma solo ora chi governa questo importante servizio ha finalmente compreso l’importanza di questi interventi. L’obiettivo dello studio da 2,3 milioni di euro di AB è infatti orientato a intervenire proprio su queste inefficienze. Meglio tardi che mai, vien da dire. Peccato però che ci si ostini a ritenere il sistema di collettamento totalmente slegato dal sistema di depurazione quando invece sono direttamente connessi l’uno con l’altro, con il secondo dipendente dal primo».

«Abbiamo poi più volte ribadito la necessità di fermare l’urbanizzazione e la cementificazione. E’ un fattore importantissimo non solo nell’ottica della riduzione del consumo di suolo ma anche e soprattutto per risparmiare nuova superficie impermeabile che aumenterebbe di fatto la portata di acque bianche alla rete fognaria oltre che agire direttamente sulla quantità di acque nere da trasportare e depurare, evitando così l’incremento della cifra monstre di 500.000 abitanti equivalenti».

«Insomma – conclude il consigliere bresciano –, prima di progettare nuovi depuratori andrebbe studiato lo stato in cui versa il sistema fognario dei comuni del Lago di Garda. Solo dopo aver aggiustato tutte le numerose problematiche si potrà iniziare a parlare di come procedere al dimensionamento di uno o più nuovi impianti di depurazione. Sono altresì convinto che l’attuale capacità di depurazione dell’impianto di Peschiera sia più che sufficiente per soddisfare completamente l’utenza del Lago di Garda, considerando anche la presenza turistica. Ma solo uno studio approfondito dello stato di salute dell’intero sistema di collettamento e depurazione potrà definire se e quanti nuovi depuratori necessitano i comuni del Lago di Garda. Per questo va sospeso ogni progetto finché non si avranno gli esiti di questo studio».

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