Cna, Rigotti: “Se Brescia resta zona rossa siamo pronti a consegnare le chiavi delle nostre aziende”
Artigiani e piccoli imprenditori della Cna di Brescia appoggiano la richiesta dei Comuni e della Provincia nel chiedere al Governo di non considerare Brescia zona rossa. Lo fanno rafforzando la protesta degli amministratori bresciani, dicendosi disponibili – qualora se ne ravvisasse la necessità – a mettere in campo un’azione dimostrativa simbolica: la consegna delle chiavi delle loro aziende e dei loro esercizi nelle mani del prefetto.
“È necessario un approccio differenziato per applicare le restrizioni – dichiara la presidente di Cna Brescia Eleonora Rigotti -, perché chiudere e blindare tutta la Lombardia? Non possiamo trattare piccoli paesi delle valli bresciane come le grandi città o le botteghe e i negozi di quartiere come centri commerciali. Gli imprenditori hanno dimostrato responsabilità nell’applicazione dei protocolli e il Governo non può scaricare l’incapacità di gestire i controlli sul territorio su tutte le imprese che si sono rivelate invece molto serie”.
In questo senso, un paragone appare calzante: “Sembra quasi che si sia eretto una sorta di muro nei nostri territori: a Peschiera posso mangiare al ristorante e a Sirmione no, al Tonale trovo tutto aperto nel versante trentino e in quello bresciano è il deserto, si tratta di atti forzati che non fanno bene a nessuno. Probabilmente chi ci governa non conosce paesi come Lozio, Monno, Magasa o Pezzaze”.
Una suggestione che Cna Brescia rilancia chiedendo a tutti di unirsi per dare voce agli artigiani e ai piccoli imprenditori, in modo da contrastare insieme non solo la pandemia, ma anche le decisioni inique del Governo. “Non esistono attività non essenziali, tutte le filiere vanno preservate – chiosa la presidente Rigotti -: in questo momento servono scelte non dettate solo dall’emergenza, ma misure equilibrate e mirate per evitare un tracollo economico e sociale. Chiediamo tutti insieme che arrivino, per le nostre imprese, in tempi brevi, veri e proporzionati contributi economici, non solo divieti e restrizioni”.