Ricerca Confartigianato Brescia: quasi il 60% imprese lamenta ritardi oltre i 60 gg

Alle difficoltà della ripresa si aggiunge il noto, storico problema dei ritardi dei pagamenti. Gli artigiani che hanno risposto al sondaggio di agosto 2020 realizzato da Confartigianato Bresca lamentano “difficoltà e tempi in aumento per il 60% delle società ascoltate” e da qui parte l’appello del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Basta ritardi sui pagamenti alle imprese». Dalla ricerca di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale, emerge come, nel 57,5% dei casi, i pagamenti superano il limite di due mesi. Una situazione peggiorata con il coronavirus per quasi la metà delle società intervistate dal sondaggio (47,1%). Non è solo l’emergenza sanitaria a mettere in ginocchio l’economia bresciana: le piccole e medie imprese artigiane stanno tentando con fatica di ripartire dopo il periodo di stop obbligato della scorsa primavera, a cui è seguito un lento e graduale ritorno all’attività e sulla strada della ripresa dove le Pmi trovano un ostacolo non da poco, una situazione già critica in passato e che ora rischia di avere ripercussioni ancora più pesanti. Il ritardo dei pagamenti, un fenomeno su cui Confartigianato Brescia ha voluto fare luce, realizzando un sondaggio che ha coinvolto oltre 550 imprese della provincia. La situazione è tutt’altro che rosea: i ritardi nei pagamenti negli ultimi mesi si sono ulteriormente dilatati, e riguardano tanto la pubblica amministrazione quanto le imprese stesse. Il 47,5% delle imprese ha risposto di aver avuto un peggioramento nei tempi di pagamento, nel 19,5% dei casi la situazione è da attribuire alle Pmi, mentre nel 15,1% delle circostanze la causa è da ricondurre alle grandi aziende. Più della metà delle imprese afferma poi di aver avuto recenti problemi di puntualità nell’incassare quanto dovuto. «In un momento come questo – commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti – dobbiamo premiare le virtuosità e rigettare la mancanza di puntualità nei pagamenti. Lo dobbiamo alla salute economica del paese e alla tenuta di tante piccole imprese che costituiscono l’ossatura di filiere che, una volta rotte, potrebbero non riuscire a ricomporsi». La presa di posizione di Confartigianato vuole dare seguito alle tante richieste di aiuto giunte negli ultimi tempi da molte piccole e medie imprese, con una fascia di fatturato compresa perlopiù tra 100mila euro e 2 milioni. Realtà che nella maggior parte dei casi hanno non più di cinque dipendenti, proprio il campione rappresentato nel sondaggio. Tra i settori produttivi presi in esame si registra una prevalenza del comparto metalmeccanico (25,8%), seguito dall’impiantistica (16,8%) e dall’alimentare (11,3%). I pagamenti lenti sono tra le principali cause dei problemi di liquidità così frequenti in questa fase. Ritardi anche molto prolungati nel tempo, considerando, ad esempio, che il 10,6% degli intervistati riceve pagamenti dopo più di 120 giorni. La soglia stabilita dalla legge oltre cui dovrebbero essere effettuati i pagamenti è invece di 60 giorni, ma solo il 42,5% delle aziende può annoverarsi tra le realtà che ricevono quanto dovuto entro i termini. Nel 57,5% dei casi il limite viene sforato. «Il Covid ha aggravato una situazione già critica – continua Massetti – servirebbe un passaggio deciso verso una cultura dei pagamenti rapidi». In Italia i tempi di pagamento tra le imprese (BtoB) si attestano in media sui 56 giorni, più del doppio dei 27 del Regno Unito e dei 24 della Germania. E parlando di pubblica amministrazione il confronto è ancora più impietoso: 104 i giorni di attesa in Italia, a fronte dei 33 della Germania e dei 26 del Regno Unito.

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