Caldo, Coldiretti: allarme siccità, il Po come a Ferragosto
Difficoltà per il lago d’Iseo, lago d’Idro e i principali invasi del nord Italia, mentre nei campi si ricorre all’irrigazione di soccorso
L’Italia è in pieno allarme siccità, in un 2020 che si classifica finora come l’anno più caldo dal 1800, con temperature superiori di 1,52 gradi rispetto alla media stagionale e il livello del Po come a Ferragosto, per effetto delle precipitazioni praticamente dimezzate. E’ quanto emerge dal monitoraggio Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi al primo trimestre dell’anno: fiumi in magra al nord e invasi svuotati nel mezzogiorno mettono a rischio i raccolti e la stabilità dei prezzi in un mercato alimentare segnato dall’emergenza coronavirus.
Il periodo siccitoso che ha portato il livello idrometrico del Po a -2,7 metri (rilevazione al Ponte della Becca), sta generando anche importanti anomalie nei grandi laghi del nord, toccando il territorio bresciano con la percentuale di riempimento del lago d’Iseo ferma al 27% mentre per il lago d’Idro si registra ad d oggi una disponibilità di acqua pari al 28.8%.
“In un Paese comunque piovoso come l’Italia, che per carenze infrastrutturali trattiene solo l’11% dell’acqua, occorre un cambio di passo nell’attività di prevenzione – dichiara il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – bisogna evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza, attraverso la realizzazione di piccole opere di contrasto al rischio idrogeologico, dalla sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi ai progetti di ingegneria naturalistica”.
“Ci troviamo a fronteggiare un andamento climatico avverso che alterna eccessi di pioggia a momenti di preoccupante siccità – commenta Giacomo Lussignoli, presidente di Condifesa Lombardia Nord-Est e cerealicoltore di Ghedi (BS) – la scarsità di precipitazioni, unita a vento e temperature elevate, mina la salute delle produzioni agricole. Per questo, in diverse zone bresciane è già stato necessario ricorrere all’irrigazione di soccorso su tutti i cereali autunno-invernini (es. foraggere, frumenti e orzi) ma anche sul mais appena seminato, poiché i terreni non possiedono l’umidità sufficiente a garantire una buona germinazione”.
I consorzi di bonifica e i consorzi irrigui si stanno già attivando per far affluire acqua alle aziende agricole, e consentire loro di procedere in questa direzione – sottolinea Coldiretti -, ma se non si registreranno adeguate precipitazioni nel breve periodo, mancherà in molti casi l’acqua necessaria per la crescita delle colture, con il conseguente rischio per le forniture alimentari del Paese in piena emergenza sanitaria.
Allo stesso tempo – continua il presidente Prandini – è importante pensare a un piano infrastrutturale per la creazione di piccoli invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana altrimenti perduta e la distribuiscano quando necessario ai fini di regimazione delle acque, irrigui, ambientali e dell’accumulo/produzione di energia idroelettrica. Servono inoltre interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.
A fronte degli sbalzi climatici registrati negli ultimi anni, che hanno provocato all’agricoltura italiana danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, diventa sempre più importante dotare la propria azienda agricola di un’adeguata copertura assicurativa. “E’ oggi possibile tutelare le produzioni dagli eccessi di pioggia e dalla siccità all’interno dello stesso ciclo colturale, nell’arco di pochi mesi – conclude Giacomo Lussignoli -. Una soluzione che consente di intervenire sulle diverse avversità climatiche che possono comportare perdite di reddito”.