Emergenza SIN Brescia Caffaro
Interrogazione a risposta immediata su Emergenza SIN Brescia-Caffaro
“È proprio grazie ad Arpa Lombardia che la Regione ha fatto emergere il problema – sottolinea il consigliere regionale Gabriele Barucco, promotore e firmatario dell’interrogazione sull’emergenza SIN Brescia – Caffaro -. È una interrogazione a risposta immediata, quella che abbiamo avanzato al Presidente della Regione e all’assessore competente: vorremmo conoscere quando verrà sottoscritto l’aggiornamento dell’Accordo di Programma e quali siano le azioni che l’Assessore regionale potrà intraprendere”.
Tutto questo premettendo che, pur non avendo competenze dirette, Regione Lombardia è tra gli Enti sottoscrittori dell’Accordo di Programma operativo per l’attuazione della bonifica del SIN Brescia – Caffaro firmato nel 2009. “E ricordando che proprio questo Accordo di Programma è in fase di aggiornamento e integrazione”.
“L’emergenza è ben nota e comprendiamo bene l’allarme – prosegue Barucco – e le preoccupazioni che ogni giorno vivono i residenti nella zona, insieme ai lavoratori che ancora operano sul sito industriale. Ed è proprio il SIN (Sito di Interesse Nazionale) Brescia – Caffaro ad avere una particolarità: l’area contaminata non riguarda solo l’interno del perimetro aziendale o una singola area confinata. Si estende invece e interessa parte del territorio urbanizzato della città. Non si tratta di allarmismo, ma di valutazione attenta dei fatti”.
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, con il Decreto del 24 febbraio 2003, ha definito il perimetro dell’area Caffaro da sottoporre ad interventi di caratterizzazione, di messa in sicurezza d’emergenza, bonifica, ripristino ambientale e attività di monitoraggio, relativamente ai terreni, alle rogge, alle discariche e alla falda.
“Come ricordiamo nell’interrogazione – aggiunge Barucco – proprio grazie ad Arpa Lombardia è stato possibile rilevare la presenza di gocce di mercurio in stato metallico nella zona sottostante. Non ci risulta ancora alcuna iniziativa intrapresa dal Ministero dell’Ambiente, in termini di attività di vigilanza su chi ha la proprietà, la custodia e la responsabilità dell’area. La Regione Lombardia è sempre presente e attiva, mentre ci sembrano meno partecipi realtà amministrative locali”.