Bagnolo Mella, Fontana dell’Arrigo: piano di caratterizzazione
La complessa ed annosa questione legata alla fontana dell’Arrigo, l’area lunga circa 200 metri e larga una ventina comprendente un corso d’acqua, che si trova al confine di Bagnolo Mella con Montirone, sta per compiere un passo in avanti di particolare importanza. In effetti è stata convocata la conferenza di servizi che inizierà lunedì 21 ottobre e vedrà la partecipazione dei rappresentanti di Arpa, Ats, del Comune di Bagnolo e di quello di Montirone (quest’ultimo in quanto direttamente interessato alla questione). In quell’occasione ci sarà la valutazione del piano di caratterizzazione preparato dall’Amministrazione Comunale bagnolese. In effetti, dopo che, nonostante le indagini effettuate, non è stato possibile individuare il responsabile della situazione (con l’irregolare deposito di rifiuti di vario genere sul luogo), il Comune di Bagnolo è stato chiamato ad intervenire per tutelare la sicurezza pubblica. L’Amministrazione guidata dal sindaco Cristina Almici, in tal senso, si è presa subito a cuore l’intricata vicenda e, proprio al fine di poter procedere con il giusto passo in un percorso sicuramente molto oneroso, alle fine del 2018 è riuscita ad ottenere dalla Regione Lombardia un contributo di 165.000 euro con i quali ha potuto incaricare la St&A, un’azienda di Milano specializzata in interventi ambientali, di realizzare il piano di caratterizzazione che, appunto, verrà analizzato e approfondito nella conferenza di servizi che si aprirà il 21 ottobre. “Si tratta di una situazione sicuramente delicata per un intervento complesso e senza dubbio molto oneroso (si parla di un possibile costo di alcuni milioni – ndr) – è la premessa del sindaco Cristina Almici – Una vicenda che, purtroppo, ha preso il via ancora negli Anni Ottanta e per la cui soluzione si prospetta un cammino lungo. L’essere riusciti a convocare la conferenza di servizi, comunque, è un passo molto importante, perché ci porta nella condizione di poter attivare, se l’analisi del piano di caratterizzazione non rivelerà qualche imprecisione, la parte operativa del progetto di recupero. Per noi è una questione molto importante. Vogliamo ripristinare i luoghi, rimetterli in totale sicurezza e fare in modo che un angolo del nostro territorio, seppure al confine con Montirone, possa ritornare a quegli anni in cui era meta di passeggiate in piena campagna”. Sta dunque per aprire il suo capitolo più importante una vicenda che negli anni scorsi aveva richiamato in modo importante l’attenzione generale, sino a diventare oggetto di un’interrogazione parlamentare. Sulla fontana dell’Arrigo, un fontanile di proprietà demaniale su terreno privato, hanno indagato a lungo pure i Noe, ma senza riuscire ad individuare nessun responsabile. Subito dopo che è “scoppiato” il caso, per verificare la “salute” dell’acqua, sono stati verificati dei piezometri che non hanno mai segnalato particolari esuberi, tanto che gli abitanti della zona circostante hanno potuto continuare ad utilizzare l’acqua stessa in tutta tranquillità. Adesso, però, dopo tanta attesa, è giunto il sospirato momento di addentrarsi nella fase operativa. Una volta valutato ed approvato il piano di caratterizzazione, verrà redatto nella stesura definitiva e ci sarà l’affidamento dell’intervento alla società che, in costante coordinamento con l’Arpa, avrà poi il compito di rimettere in sicurezza l’intera zona. In questo senso sarà fondamentale la rimozione dell’ingente quantità di rifiuti esistente (si parla addirittura di 40,50 mila tonnellate) e, quindi, la possibilità di individuare il metodo migliore per raggiungere questo obiettivo (a tal proposito nel territorio di Bagnolo sono già state sperimentate le tecnologie più innovative in merito al recupero dei rifiuti dell’area ex Consorzio). Il tutto per riportare l’intera area nella situazione precedente e ripristinare il fontanile. Un percorso che, una volta approvato il piano di caratterizzazione, prenderà il via, a livello operativo, con l’effettuazione di nuove indagini esplorative. Verranno infatti effettuati nuovi buchi nell’area per poter analizzare il materiale esistente e giungere ad una completa verifica dello stato di fatto della fontana. Proprio queste analisi rappresentano il costo più ingente di questa parte iniziale dell’intervento, ma, qualora non riservino sgradite sorprese o nuovi esuberi, costituiscono anche il passaggio obbligatorio che condurrà all’apertura vera e propria della bonifica. “Un percorso sicuramente lungo e costoso – ha concluso con ferma decisione il sindaco Cristina Almici – ma noi vogliamo assolutamente intraprenderlo e condurlo sino al termine sia per recuperare nelle condizioni originarie un angolo del nostro territorio che per offrire la massima tutela alla salute pubblica. Obiettivi fondamentali ed anche se sappiamo già che si parla di una spesa di milioni di euro, ci stiamo attrezzando per riuscire a reperire i fondi e trovare le risorse. Davanti alla salute dei cittadini e dell’ambiente bisogna sempre fare il massimo e farlo con tutta la tempestività possibile”.