Decreti Crescita e Sblocca cantieri: delusione da parte di Cna
Una doppia tegola che, negli ultimi tempi, si è abbattuta sulle piccole imprese e sugli artigiani. Destinata a peggiorare una situazione già di per sé molto fragile, a causa di oltre un decennio di crisi e di un mercato che, nonostante tutto, fa ancora fatica a riprendersi. Stiamo parlando dei provvedimenti contenuti nel Decreto crescita e nel Decreto sblocca cantieri.
CRESCITA. La Cna di Brescia, per voce della presidente Eleonora Rigotti, si schiera contro il “Decreto crescita”, in vigore dall’1 maggio, chiedendo che l’articolo 10 venga stralciato perché non farà altro che concentrare il mercato su poche imprese, plausibilmente le più dotate dal punto di vista finanziario, che avranno uno strumento di concorrenza sleale esclusivo e ingiustificato. La norma prevede la possibilità da parte dell’operatore (un serramentista, impiantista o simili) di scontare direttamente in fattura il 50% al cliente (ovvero l’aliquota prevista per le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici) e farsi rimborsare sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione in cinque quote annuali.
“La nostra battaglia contro l’articolo 10 del Decreto crescita sarà serrata – dichiara Rigotti -, perché queste condizioni sono appetibili per i clienti ma rappresentano un macigno per le piccole imprese, che non dispongono né delle risorse finanziarie né della capienza fiscale necessarie a dilazionare nel tempo il recupero di una parte rilevante del pagamento. Si tratta di un provvedimento capestro che concentrerà il mercato su poche imprese che poi plausibilmente subappalteranno i lavori agli artigiani e alle piccole realtà, con condizioni estremamente penalizzanti. Lo sconto in fattura è un capestro per le imprese artigiane”.
SBLOCCA CANTIERI. Cna Brescia e i suoi artigiani si dicono poi molto delusi anche dal Decreto sblocca-cantieri, dal quale ci si aspettava maggiore attenzione alle piccole imprese, costrette ad accedere poco e con grande difficoltà al mercato degli appalti pubblici. Invece nulla di tutto questo è stato previsto, anzi, nel Codice degli appalti sono state addirittura introdotte modifiche peggiorative rispetto a quelle inserite nell’ultima Legge di bilancio. L’affidamento diretto viene ridotto da 150mila a 40mila euro e la quota di subappalto incrementata dal 30 al 50%; inoltre non è stato previsto nulla per la suddivisione in lotti dei maxi-appalti e per valorizzare le imprese del territorio. “Servono al più presto correttivi – specifica la presidente Rigotti -, strumenti e soluzioni che evitino alle piccole imprese l’estromissione definitiva dal mercato degli appalti pubblici”.
A Brescia nella filiera delle costruzioni opera una molteplicità di specializzazioni, espressione del tessuto associativo della Cna: da chi si occupa di riqualificazione edile degli immobili a chi installa, ripara e gestisce gli impianti tecnologici, passando per la riqualificazione energetica degli edifici.
“Bisogna continuare a puntare su questo settore, perché rappresenta una parte fondamentale dell’economia del nostro territorio – conclude Rigotti -. Cna ha messo la filiera delle costruzioni al centro di un’azione di assistenza a 360 gradi, visto che, anche per il 2018, più del 30% delle imprese nuove iscritte opera a vario titolo nelle costruzioni (edili, impiantisti, serramentisti)”. Un aiuto dal settore pubblico potrebbe arrivare dalla prosecuzione del recupero degli edifici presenti in città, in un’ottica di sostenibilità ambientale. Caduta la possibilità di avere appalti a chilometro zero, sarebbe auspicabile l’utilizzo di strumenti che valorizzino la capacità delle imprese bresciane di essere parte attiva nella realizzazione dei lavori”.