Dazi: Coldiretti, crollano i prezzi della soia

Crolla dell’11% il prezzo della soia alla borsa merci di Chicago, principale punto di riferimento mondiale per la quotazione delle materie prime agricole. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti nell’ultimo mese sugli effetti più eclatanti dell’entrata in vigore dei dazi decisi dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Si teme infatti, in caso di mancato accordo, che – sottolinea la Coldiretti – la reazione della Cina possa colpire l’importazione nel Paese asiatico di soia coltivata negli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti seguiti, sul podio, dall’Argentina per un totale dell’80% dei raccolti mondiali. La soia – sottolinea la Coldiretti – è tra i prodotti agricoli più coltivati nel mondo, protagonista delle borse merci internazionali perché largamente usata per l’alimentazione degli animali da allevamento nei diversi continenti. Per sostenere l’aumento del consumo di carne con i propri allevamenti la Cina – precisa la Coldiretti – è il principale acquirente mondiale della soia, ma la guerra dei dazi fa cambiare le fonti di approvvigionamento a favore del Brasile. La paura non pesa solo sulle quotazioni riconosciute ai farmers americani, ma sconvolge i mercati internazionali con effetti anche sui prezzi del latte e della carne. Per le dimensioni del fenomeno la situazione – continua la Coldiretti – va attentamente monitorata da parte dell’Unione Europea per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie anche a livello comunitario. L’Ue importa – continua la Coldiretti – circa 14 milioni di tonnellate di semi di soia all’anno come fonte di proteine per i mangimi animali, compresi quelli per polli, suini e bovini, nonché per la produzione di latte. Ora le relazioni tra Usa e Cina – sostiene la Coldiretti – sono destinate a modificare di nuovo in futuro la domanda mondiale di soia con un impatto che riguarda direttamente l’Italia che – conclude la Coldiretti – è il primo produttore europeo di soia con circa il 50% della soia coltivata ma che e comunque deficitaria e deve importare dall’estero.

 

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