Imprese bresciane: il primo trimestre 2019 segna un aumento nella mortalità rispetto al 2018

Nei mesi tra gennaio e marzo – periodo  tradizionalmente caratterizzato da un bilancio negativo tra iscrizioni e cessazioni d’impresa, a causa del concentrarsi di queste ultime sul finire dell’anno precedente e contabilizzate negli archivi camerali nelle prime settimane dell’anno successivo – sono nate 2.329 imprese e ne sono cessate 2.724, determinando un nuovo saldo negativo pari a 395 unità.

In confronto allo stesso periodo dello scorso anno si è registrato un incremento delle cessazioni (2.724 contro le 2.587 del 1° trim. 2018) non compensate dal moderato aumento delle iscrizioni (rispetto allo stesso periodo del 2018). Il risultato è una ulteriore riduzione del numero delle imprese che ha portato a 117.810 le sedi registrate a fine marzo, il valore più basso dal 2008. Per il comparto artigiano il primo trimestre si conferma in rosso, con un saldo negativo pari a 166 unità che, tuttavia, è il risultato più contenuto dal 2012, determinato dall’aumento delle iscrizioni e dalla stazionarietà delle cessazioni. Tale la dinamica emerge dall’analisi sulla natalità e mortalità delle imprese bresciane realizzata dal Servizio Studi della CCIAA di Brescia e dal centro Studi AIB sui dati Movimprese. Dal confronto territoriale si evidenzia che tutte le province lombarde, hanno chiuso il trimestre con saldi negativi; Brescia si colloca all’ottava posizione su scala regionale per tasso di crescita.

IL BILANCIO DEI SETTORI

Guardando ai settori, in termini assoluti i saldi negativi più alti si registrano nelle costruzioni (-38 imprese), nelle attività di alloggio e ristorazione (-17 unità) e nelle attività finanziarie e assicurative (-13 unità). Con segno positivo chiudono le attività scientifiche e tecniche (+47 imprese), i servizi di supporto alle imprese (+30 unità) e i servizi di informazione e comunicazione (22 unità).

LE FORME GIURIDICHE

Si conferma il trend negativo delle imprese individuali che perdono in tre mesi 461 unità per effetto dell’aumento delle cessazioni che rappresentano il 71,2% delle chiusure totali del periodo. Continua anche la diminuzione delle società di persone con 186 unità in meno. Un contributo positivo al saldo è venuto dalle società di capitali (+188 unità nel trimestre). Le stesse dinamiche si ripetono nel comparto artigiano dove le società di capitali sono in aumento (+49) e le ditte individuali continuano ad arretrare (-144) seguite dalle società di persone (-72).

 

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