Confartigianato: «Per le PMI bresciane un risparmio di 6milioni»
«Sono arrivate risposte positive a battaglie storiche condotte da Confartigianato. È sicuramente il caso della riduzione delle tariffe Inail a carico degli artigiani, il raddoppio della deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali delle imprese, il via libera alla piena applicazione della tassazione per cassa – pagamento delle tasse dopo l’incasso delle fatture – per gli imprenditori in contabilità semplificata. Tra queste, una battaglia condotta in questi anni con tenacia da Confartigianato e sicuramente vinta riguarda proprio la rimodulazione delle tariffe Inail che permette di ridurre il costo del lavoro ed eliminare costi impropri e ingiusti che appesantiscono i bilanci delle imprese e sottragggono risorse agli investimenti e allo sviluppo» commenta così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti la revisione delle tariffe Inail contenuta nella Legge di Bilancio 2019 che prevede dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 gennaio 2021 il nuovo sistema tariffario. Una revisione basata sugli andamenti infortunistici 2013-2015 e che prevede una riduzione dei tassi medi per le imprese del 32,72%.
In aggiunta ai 1.200 milioni annui stanziati dalla Legge 147/2013, è stata infatti prevista una ulteriore riduzione di 410 milioni per il 2019, di 525 nel 2020, fino ad arrivare a 600 per il 2021. Il termine di versamento slitta inoltre, in prima applicazione, al 16 maggio, con possibilità di unificazione delle rate. L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia ha stimato il risparmio che coinvolge direttamente le PMI italiane in 220 milioni l’anno per il triennio 2019-2021; per la sola Lombardia tale beneficio vale per le micro e piccole imprese oltre 43 milioni e in provincia di Brescia il risparmio è di quasi 6milioni di euro l’anno (5,8 milioni per l’esattezza).
La lista delle misure apprezzate da Confartigianato è lunga, ma sono luci che non fanno dimenticare le pesanti ombre della tenuta dei conti pubblici e dell’andamento della congiuntura a livello internazionale. A preoccupare Confartigianato sono la compatibilità con la mole di risorse dedicata alla misura sul reddito di cittadinanza e la revisione del sistema previdenziale. «Norme che distolgono risorse preziose e che, a nostro giudizio, sarebbe stato meglio destinare al sostegno dello sviluppo imprenditoriale. Noi pensiamo da sempre che si debba puntare al lavoro di cittadinanza più che al reddito di cittadinanza. Perché è il lavoro che crea reddito. Ecco perché bisogna puntare decisamente sull’apprendistato e concentrarsi a rivitalizzare il tessuto delle piccole imprese rimettendo in moto lo sviluppo con investimenti, pubblici e privati» conclude il presidente Massetti.